"Ciò che inferno non è" Alessandro D'Avenia racconta Don Pino Puglisi


Non conoscevo Alessandro D'Avenia, nè i suoi romanzi. Qualche tempo fa una docente di lettere di questo istituto, la prof.ssa Fracassi, me lo ha prestato sicura che mi sarebbe piaciuto e....non sbagliava affatto.

Ho letto le prime pagine qualche settimane fa, poi, presa da mille impegni, ho lasciato il libro chiuso sul comodino per poi metterlo in valigia quando sono andata fuori Roma per qualche giorno.

Era un bel pomeriggio di sole quando decisi di riprendere il libro e....non volevo più smettere di leggere , anzi, non volevo che il libro finisse; avrei voluto che le pagine diventassero 10, 100, 1000 in più e che la storia di Don Pino Puglisi avesse un altro epilogo da quello che invece ha avuto nella realtà.

Ho finito di leggere il libro in treno, di ritorno a Roma e quando  l'ho chiuso, avevo le lecrime agli occhi; mio marito, seduto di fronte a me, mi ha guardata e mi ha detto: "ti è piaciuto proprio questo libro".

Piacere non è il verbo adatto a definire i sentimenti provati durante e dopo la lettura; mi sono totalmente immedesimata nelle vicende, nelle parole, nelle verità contenute nel libro tanto da volerle imprimere nella mia mente con forza e convinzione.

Consiglio davvero a tutti di leggere "Ciò che inferno non è". Alessandro D'Avenia lo ha scritto nel 2014 e narra la storia di Don Pino Puglisi, parroco del quartiere Brancaccio di Palermo, ucciso dalla mafia perchè aveva un sogno: quello di di costruire un quartiere dove i bambini potesse evivere e crescere felici con giardini, spazi culturali, e soprattutto con una SCUOLA. E la scuola è stata costruita dopo la sua morte e a lui intitolata.

Vi lascio alla letttura di questo bellissimo libro con alcune frasi che mi hanno colpita:

" Vorrei la libertà dal giudizio altrui. Vorrei la libertà che dà il sapere di fare la cosa giusta anche se si è soli a farla"

"Si divincola e corre da lei, l'abbraccia e urla che cambierà, che cambierà, che cambierà. Da quel giorno rimane attaccato alla gonna del maestra come un cane. nessuno riesce a spiegarsi una simile trasformazione. Ma lui le confida il segreto: "nessuno aveva mai pianto per me". Quel bambino voleva solo farsi amare e non sapeva come, per questo richiamava l'attenzione distruggendo l'unica regola che la vita gli aveva insegnato. Distrugge chi non sa come si costruisce. E magari distrugge ciò che gli altri costruiscono per imparare come si fa a costruire , o per esistere almeno un pò."